Stashing: quando il partner ti nasconde

Scritto da
Alessia Di Bari
10
July
2025
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Indice

  1. ¿Che cos'è un piano di formazione?
  2. Obiettivi di un piano di formazione per l'azienda
  3. ¿Perché investire in un piano di formazione?
  4. ¿Come elaborare un piano di formazione?
  5. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  6. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  7. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  8. Esempi di piani di formazione nelle aziende

Hai mai avuto la sensazione di vivere una relazione in cui tutto sembra funzionare… ma solo a porte chiuse? Di esserci, ma come un segreto. Di condividere intimità, emozioni e tempo, ma di non comparire mai davvero nella vita dell’altro? Se ti è successo, potresti aver sperimentato una forma di stashing.

Con questo termine si descrive una dinamica relazionale subdola ma purtroppo diffusa, in cui una persona tiene il proprio partner nascosto dalla propria vita pubblica: niente presentazioni ad amici o familiari, nessuna foto insieme, totale assenza sui social. Il messaggio implicito è chiaro: "Tra noi c’è qualcosa… ma meglio non farlo sapere".

Lo stashing non è solo una questione di privacy o riservatezza, ma un’esclusione emotiva che può ferire profondamente. Questo articolo esplora cos’è lo stashing, come riconoscerlo, perché accade, quali sono le sue conseguenze psicologiche e cosa possiamo fare per affrontarlo. Perché ognuno di noi merita una relazione alla luce del sole, onesta, reciproca e visibile.

Cos’è lo stashing?

Lo stashing è un comportamento relazionale in cui una persona sceglie consapevolmente di non includere il partner nella propria vita pubblica. A differenza della semplice riservatezza (che nasce da una decisione condivisa e rispettosa) lo stashing è un’esclusione unilaterale. Il partner viene tenuto “in disparte”, senza essere mai presentato agli amici o alla famiglia, senza apparire in foto, eventi o momenti sociali, né offline né online.

Questo comportamento può sembrare, all’inizio, una semplice esigenza di privacy o di tempo. Ma col passare dei mesi diventa chiaro che non si tratta di una fase. Lo stashing è una strategia relazionale ambigua, dove il legame esiste solo nell’intimità privata, ma viene sistematicamente rimosso dalla vita pubblica.

È importante distinguere lo stashing da altre dinamiche come il ghosting. Nel ghosting la persona sparisce, interrompendo improvvisamente ogni contatto. Nello stashing, invece, il partner resta… ma nascosto. Questa presenza-assenza crea confusione, perché da un lato ci si sente coinvolti, ma dall’altro si è esclusi da una parte fondamentale della vita dell’altro.

Alcuni studi sulle relazioni sentimentali suggeriscono che la visibilità sociale della coppia è un importante indicatore di impegno e di riconoscimento (Lehmiller & Agnew, 2007). Essere inclusi nella rete sociale del partner rafforza la fiducia, il senso di appartenenza e la stabilità del legame. Quando questo non accade, è lecito interrogarsi: perché non posso far parte anche della sua vita fuori da noi?

Segnali di stashing in una coppia

Riconoscere lo stashing non è sempre semplice, soprattutto perché spesso chi lo subisce tende a giustificare il comportamento del/la partner: “è solo molto riservato/a”, “ha bisogno di tempo”, “non ama i social”.  Ma quando la relazione va avanti da mesi e il/la partner evita sistematicamente qualsiasi forma di visibilità condivisa, è importante fermarsi e osservare.

I segnali ricorrenti includono:

  • Assenza di presentazioni: non si viene mai presentati agli amici, ai colleghi o ai familiari, nemmeno in occasioni informali.
  • Vita sociale separata: ogni uscita pubblica viene evitata o vissuta da soli, come se la coppia non esistesse al di fuori delle mura domestiche.
  • Silenzio sui social: nessuna foto, nessuna interazione pubblica, nemmeno un like o un commento, nonostante un uso attivo della piattaforma.
  • Richieste esplicite di “non dire nulla”: ti viene chiesto di non parlare della relazione, di non pubblicare contenuti, di mantenere tutto “privato”.

Questo tipo di dinamica può generare confusione e dolore, perché si è fisicamente presenti nella relazione, ma emotivamente messi da parte. Il Annual Review of Psychology evidenzia come l’esclusione sociale all’interno della coppia possa avere effetti negativi sull’autostima e sulla percezione di sé (Williams, 2007).

Se senti che il tuo posto nella relazione è incerto o invisibile, ascoltare questa sensazione è un primo passo fondamentale. Non si tratta di gelosia o insicurezza: si tratta di riconoscimento e rispetto.

Perché alcune persone fanno stashing?

Lo stashing nelle relazioni non è quasi mai un errore casuale o una semplice svista: è una scelta, spesso inconsapevole, che rivela molto sul vissuto emotivo di chi la mette in atto. Ma cosa significa davvero nascondere il partner? E perché il partner non ti presenta a nessuno, né condivide con gli altri l’esistenza della vostra relazione?

Comprendere le motivazioni alla base dello stashing è fondamentale per non interiorizzare colpe che non ci appartengono.  

Tra le cause più comuni troviamo:

  • Paura dell’impegno: ufficializzare una relazione implica responsabilità, visibilità e la necessità di fare spazio all’altro nella propria vita. Chi teme questo passaggio può scegliere inconsciamente di mantenere il partner “nascosto”, per evitare di confrontarsi con questi aspetti.
  • Confusione affettiva o identità in transizione: persone che stanno esplorando la propria identità o che non hanno ancora elaborato relazioni precedenti possono scegliere di “mettere in pausa” un nuovo legame, lasciandolo in una zona indefinita.
  • Presenza di relazioni parallele o ambiguità: in alcuni casi, chi pratica lo stashing lo fa per evitare domande scomode o per mantenere il controllo su più relazioni contemporaneamente. Uno studio condotto da Joel et al. (2017) ha rilevato che l’ambiguità relazionale prolungata può essere usata per evitare la responsabilità emotiva, ma genera elevati livelli di stress in chi la subisce.
  • Timore del giudizio sociale: quando il partner viene percepito come “non allineato” alle aspettative familiari o sociali (per età, aspetto fisico, status sociale, orientamento), lo stashing può essere usato come strategia difensiva. Ma proteggersi dal giudizio escludendo l’altro non è mai una scelta neutra: è un atto che ferisce e svaluta.
  • Difficoltà nella comunicazione emotiva: alcune persone faticano ad affrontare conversazioni difficili o a riconoscere i propri bisogni e limiti. In questi casi, lo stashing diventa un modo per evitare decisioni, lasciando tutto in sospeso.

In tutti questi scenari, la relazione viene privata di un aspetto fondamentale: il riconoscimento.  Come sottolinea la psicoterapeuta Terri Orbuch (2012), essere visti e riconosciuti all’interno della coppia è fondamentale per alimentare il senso di connessione e benessere emotivo.

Lo stashing, in qualunque forma si presenti, non è mai neutro. Può sembrare una scelta passeggera, ma a lungo andare lascia il segno: ti fa dubitare di te, della relazione e del tuo valore. Se ti stai chiedendo cosa significa stashing nella tua storia, fermati a riflettere: meriti davvero, un amore a metà?

Gli effetti emotivi dello stashing

Subire stashing non significa solo essere tenuti lontano da eventi sociali o foto di coppia: ha un impatto molto più profondo sulla salute emotiva e psicologica di chi lo vive. Sentirsi nascosti nella propria relazione genera un senso di invisibilità che mina l’autostima, la sicurezza e la percezione del proprio valore.

Iniziano a sorgere dubbi silenziosi ma persistenti: “Sto esagerando?”, “Forse sono io il problema?”, “Forse non sono abbastanza per lui/lei, se no mi presenterebbe”. Questo dialogo interiore crea insicurezza, ansia, e una spirale di autosvalutazione che può portare a forme di ritiro emotivo. Uno studio pubblicato su Journal of Personal Relationships (Le et al., 2010) mostra che la mancanza di riconoscimento pubblico del legame influisce negativamente sul benessere della persona e aumenta il rischio di conflitti interni.

A lungo andare, lo stashing può provocare:

  • Difficoltà nel fidarsi: non essere legittimati nella relazione può compromettere la capacità di affidarsi all’altro anche in relazioni future;
  • Paura dell’intimità emotiva: si teme di aprirsi per non essere di nuovo esclusi;
  • Iperadattamento: si inizia a giustificare qualsiasi comportamento pur di rimanere nella relazione, rinunciando ai propri bisogni.

Lo stashing nelle relazioni può anche generare confusione emotiva: la persona si trova intrappolata in un limbo, dove la relazione esiste ma non viene riconosciuta, e questo crea un forte senso di instabilità affettiva. L’effetto può essere quello di sentirsi costantemente in attesa, senza sapere quale sarà il futuro della coppia.

Questa dinamica spesso porta a una forma di isolamento paradossale: si è "in coppia", ma ci si sente profondamente soli. Come evidenzia Lerner (2001), ciò che non viene espresso all’interno di una relazione tende a trasformarsi in distanza e incomprensione nel tempo.

Come affrontare il problema

Affrontare una dinamica di stashing richiede prima di tutto un momento di sincerità con sé stessi. È importante chiedersi: Mi sento riconosciuta/o in questa relazione? I miei bisogni vengono ascoltati?. Se la risposta è no, è il momento di portare queste riflessioni all’interno della coppia.

Il primo passo è comunicare apertamente con il/la partner, evitando toni accusatori ma esprimendo con chiarezza come ci si sente. Ad esempio: “Mi fa male non essere parte della tua vita pubblica. Questo mi fa sentire invisibile e non importante”. A volte, chi mette in atto lo stashing non è del tutto consapevole del suo impatto, oppure lo giustifica con motivazioni come la privacy, la timidezza o il bisogno di tempo. Terri Orbuch (2012) sottolinea anche come una comunicazione aperta e consapevole possa trasformare i conflitti in opportunità di crescita, evitando che si trasformino in ferite irrisolte.

Dopo aver espresso i propri sentimenti, è fondamentale osservare la reazione: c’è ascolto, empatia, disponibilità a cambiare? O, al contrario, si minimizza, si evita o si passa subito alla difensiva? La risposta a questa domanda può essere già un segnale molto chiaro.

Infine, è importante ricordare che meritiamo tutti relazioni in cui non dobbiamo lottare per esistere. Se il/la partner non è disposto/a a fare spazio, forse è il momento di chiederci se quello spazio possiamo e dobbiamo prendercelo altrove.

Quando può essere utile rivolgersi a un professionista

Le emozioni legate allo stashing possono essere così intense e stratificate da rendere difficile capire cosa sia meglio per sé. Quando ci si sente intrappolati in una relazione che genera dubbio, ansia o insicurezza costante, il supporto di un professionista può fare la differenza.

Rivolgersi a uno/a psicologo/a o a un/a sessuologo/a significa creare uno spazio sicuro dove poter esplorare i propri vissuti senza giudizio, mettere ordine tra i pensieri e riconnettersi con i propri bisogni autentici. Per la psicologa Harriet Lerner (2001), dare voce al proprio disagio è un passaggio essenziale per modificare dinamiche relazionali che generano sofferenza.

Un percorso terapeutico può aiutare anche a comprendere quali sono i propri limiti relazionali, a rafforzare l’autostima e ad acquisire strumenti per comunicare in modo più efficace e assertivo. Inoltre, può essere fondamentale per elaborare eventuali ferite legate a dinamiche di esclusione vissute in passato e che lo stashing ha riattivato.

Non è debolezza chiedere aiuto: al contrario, è un atto di cura e responsabilità verso di sé. Nessuno dovrebbe sentirsi un segreto in amore, e se lo sei, hai tutto il diritto di interrogarti, comprendere e, se necessario, scegliere di andartene.

Conclusione

Lo stashing non è solo una stranezza relazionale o una scelta “di carattere”: è una dinamica che può ferire profondamente chi la subisce. Non essere riconosciuti pubblicamente, sentirsi tenuti ai margini, vivere nell’ombra di una relazione che esiste solo nel privato; tutto questo ha un impatto emotivo, psicologico e relazionale che non va sottovalutato.

Essere amati non basta: abbiamo bisogno anche di essere visti, nominati, integrati nella vita dell’altro. Se ti riconosci in queste righe, se hai sentito quella sottile ma persistente sensazione di non “esistere” davvero per chi ti sta accanto, sappi che stai provando qualcosa che merita ascolto.

Ogni persona ha il diritto di vivere una relazione in cui viene scelta, riconosciuta e mostrata con orgoglio, non nascosta con imbarazzo o evitata per convenienza. E se questo non accade, il primo passo è proprio questo: riconoscere ciò che stai vivendo, dargli un nome, e permetterti di scegliere con più consapevolezza.

Alessia Di Bari: Laureata in comunicazione. Master in sessuologia. Dottorato in Sessualità Umanistica. Attivista anti grassofobia, per la diversità corporea e fat acceptance. Speaker TEDx e divulgatrice sessuale.

Bibliografía: Lehmiller, J. J., & Agnew, C. R. (2007). Perceived marginalization and its implications for romantic relationship commitment. Journal of marriage and family, 69(4):1036 - 1049 | Williams, K. D. (2007). Ostracism. Annual Review of Psychology, 58, 425–452. | Joel, S., Eastwick, P. W., & Finkel, E. J. (2017). Uncertainty and avoidance of romantic relationship evaluation. Journal of Personality and Social Psychology, 112(6), 946–965.

Orbuch, T. L. (2012). Finding love again: 6 simple steps to a new and happy relationship. Sourcebooks. | Le, B., Dove, N. L., Agnew, C. R., Korn, M. S., & Mutso, A. A. (2010). Predicting nonmarital romantic relationship dissolution: A meta-analytic synthesis. Personal Relationships, 17(3), 377–390. | Lerner, H. (2001). The dance of connection: How to talk to someone when you're mad, hurt, scared, frustrated, insulted, betrayed, or desperate. HarperCollins.

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