Incontri online: come costruire relazioni autentiche nell’era digitale

Scritto da
Giulia Leto
18
September
2025

Indice

  1. ¿Che cos'è un piano di formazione?
  2. Obiettivi di un piano di formazione per l'azienda
  3. ¿Perché investire in un piano di formazione?
  4. ¿Come elaborare un piano di formazione?
  5. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  6. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  7. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  8. Esempi di piani di formazione nelle aziende

Il corteggiamento classico, quello che vedeva lo scambio di sguardi, attese, negazioni anche talvolta tattiche, scambio di messaggini tesi a comunicare un “ti penso”, oggi è sempre più sostituito dalla nuova frontiera del corteggiamento online, grazie anche all’emancipazione di app di incontri che fioriscono di continuo, proponendo diverse opzioni a seconda delle esigenze dell’utente. Il terreno di conoscenza fra persone, si sposta dunque dal vivo a un setting online, in cui spesso l’algoritmo mette insieme richieste di vicinanza fisica legate al luogo di appartenenza ed emotiva, basate invece su interessi e caratteristiche comuni. Il primo impatto, la vetrina che si costruisce ad hoc con fotografia ed elementi chiave che distinguano la persona (cosa faccio nella vita, quanti anni, cosa cerco, hobby, frase a impatto, e così via) è il biglietto da visita che muove la conoscenza e consente di capire se la persona sarà o meno quella da conoscere.

Insomma, una nuova frontiera delle relazioni, un nuovo modo di mettersi in contatto che vede regole inedite, rischi differenti, bisogni che cambiano e che necessitano di essere scoperti. Una frontiera che non coinvolge solo i giovanissimi – come in prima battuta potremmo pensare -, ma coinvolge anche i più maturi di età, che desiderano buttarsi in nuove conoscenze, esperienze, relazioni e anche amicizie.

Una storia che parte da lontano

Il parterre di app per incontri online è piuttosto ampio ed eterogeneo. Esistono diverse tipologie di piattaforme, che prevedono l’integrazione di gps in grado di comunicare la presenza nei paraggi di una persona volenterosa di fare incontri, semplici chat che mettono in contatto oppure ancora piattaforme con webcam. Le app vanno di pari passo con l’innovazione del mondo digitale, si rendono più flessibili rispetto alle richieste di velocità degli utenti e alle esigenze di una società sempre più liquida.  

Prima di arrivare ai mezzi che conosciamo ormai tutti, anche solo per sentito dire, nel 1965, uno studente di Harvard, Jeff Tarr, assieme a un suo compagno di corso, inventa un sistema di incontri online che consente all’utente di rispondere a un questionario e successivamente conoscere donne per un costo di 3 dollari. Salto temporale e arrivano i social network, i primi spazi più aperti per conoscere, scambiarsi messaggi, mettere like, stringere la mano a volti diversi. Nuovi linguaggi, nuovi appuntamenti, nuovi modi di approcciarsi, fino poi a giungere a sistemi pensati proprio per l’incontro.

Un nuovo modo di incontrarsi

Il pensiero verso le app di incontro non è unanime, fra coloro che le considera delle scorciatoie inutili, moderne e prive di emotività e chi invece le esalta e non riesce quasi a farne a meno. Noi crediamo banalmente che tali piattaforme, qualunque meccanismo abbiano alla base dell’incontro, non debbano essere demonizzate. Il loro scopo è quello di configurarsi come un mezzo, un ausilio verso nuove conoscenze. Ma è chiaro che una modalità così pensata necessiti anche di un certo grado di consapevolezza rispetto a tutti i momenti previsti, dallo swipe (lo scorrere della vetrina), alle prime battute ed eventuale scambio di immagini, fino all’incontro stesso.  

Le app di incontro, infatti, hanno indubbiamente anche dei vantaggi che l’individuo percepisce e di cui desidera usufruire. Tali vantaggi sono sia di natura più pratica e operativa, come ad esempio la velocità di scambio o una maggior probabilità di matchare con qualcuno, sia di natura più psicologica. La persona mostra sul profilo alcune delle caratteristiche che plausibilmente reputa migliori, si costruisce una vetrina, inserisce la foto che restituisce un’immagine migliore, dà vita a un profilo ad hoc che possa rendere un’idea di sé piacevole. Si aggancia alle medesime caratteristiche che vede nell’altro e da lì nasce il desiderio di approfondire. Di fatto però, l’individuo rimane chiuso nella sua stanza, si pone dietro a uno schermo che in questo senso lo protegge, non si espone né alla possibilità di superare le barriere iniziali di un incontro, né permette all’altro di farlo.

Dall'online al reale: cosa cambia davvero

L’incontro dal vivo, infatti, consente di sperimentare la possibilità di sentire una persona, misurarsi sulla base di quello che l’altro rimanda già in un primo momento, attraverso sensazioni ed elementi in un certo senso più grezzi. Permette di esporsi alla vergogna, al rifiuto, alla negazione dell’altro; emozioni e sentimenti che molto più spesso generano una frustrazione difficile da gestire e reggere. Se pensiamo, ad esempio, ai nuovi adolescenti, l’esperienza della negazione e della frustrazione risultano vissuti di difficile gestione, essendo sempre meno abituati a viverli fin dalla tenera età e di conseguenza a gestirli, configurandosi come una ferita troppo importante da affrontare. L’incontro dal vivo mette a contatto la componente corporea e tutto ciò che viaggia in modo implicito, attraverso la sensorialità. L’incontro virtuale, invece, toglie spazio a tale aspetto, ponendo maggior attenzione sulle fantasie che l’individuo può costruire sull’altro, l’immaginazione rispetto a ciò che realmente sarà. Se questo da una parte consente di allargare il focus, dall’altra pone il rischio di scontrarsi con una dimensione differente quando il soggetto conoscerà la persona.  

Inoltre, l’app di incontri restituisce l’idea di un Cupido – non a caso, infatti, alcune piattaforme utilizzano l’immagine stessa del personaggio o il nome –, per cui di uno strumento onnipotente e magico, capace di far scoccare la freccia in direzione della persona giusta. Un’agenzia matrimoniale di ultima generazione, più efficace, potente e di nuova tecnologia. È chiaro, tuttavia, che in questo senso possa risultare illusorio. Non esiste un programma capace di leggerci nel profondo (e forse, ci verrebbe da dire, per fortuna) e di capire i nostri bisogni in base alla nostra storia personale e privata. Per cui, quello che ne risulta è un tentativo non realistico di poter trovare la persona adatta sulla base di caratteristiche superficiali. Sarà la parte successiva, quella dell’incontro, della dimensione reale, che decreterà o meno la possibilità di far nascere qualcosa di più intimo e importante.  

È vero anche, però, che le app di incontri non vogliono far nascere necessariamente storie d’amore stabili e durature, ma possono servire anche per incontri più fugaci, magari anche solo sessuali o amicizie. Qui, il discorso cambia, perché le necessità di base sono senza dubbio differenti – anche se la questione del rifiuto e della negazione permangono -, mettendo in risalto magari vissuti di solitudine e timidezza difficili, che l’app può in un certo grado lenire.

Concludendo

Costruire relazioni nel mondo digitale è possibile. Ciò che le rende autentiche è probabilmente l’incontro con la dimensione reale: l’odore, nel senso più lato del termine, il suo modo di muoversi nel mondo, le sensazioni che al tatto rimanda, ciò che veramente è nel suo profondo e intimo modo di vivere. Personalmente conosco coppie che si sono successivamente sposate e conducono una vita felice e stabile. Per cui, come già sottolineato, il virtuale non deve essere demonizzato, ma concettualizzato come un mezzo che possa talvolta agevolare la conoscenza. La consapevolezza è necessaria in tutti gli ambiti di vita e in tutte le sfaccettature degli incontri. In un setting più ampio e senza confini, come quello di Internet, dobbiamo avere più prudenza, capire quello che spinge la persona in quel momento a cercare una determinata cosa, azione o emozione che sia.

Giulia Leto: Psicoterapeuta a indirizzo psicodinamico e sessuologa clinica. In ambito sessuologico, si occupa principalmente di disfunzioni sessuali individuali e di coppia, dipendenze sessuologiche e affettive.