I 5 linguaggi dell’amore: il bisogno di sentirtelo dire

Scritto da
miosessuologo
23
June
2025

Indice

  1. ¿Che cos'è un piano di formazione?
  2. Obiettivi di un piano di formazione per l'azienda
  3. ¿Perché investire in un piano di formazione?
  4. ¿Come elaborare un piano di formazione?
  5. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  6. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  7. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  8. Esempi di piani di formazione nelle aziende

Hai mai pensato: “so che mi ama, ma ho bisogno di sentirglielo dire”? Hai mai desiderato parole di affetto che confermassero ciò che già sai, ma che il tuo partner fatica a esprimere?  

Non si tratta di insicurezza, ma di differenze nei linguaggi emotivi. Il modello dei 5 linguaggi dell'amore, sviluppato dallo psicologo e consulente relazionale Gary Chapman negli anni ’90, ci aiuta a comprendere perché, anche in relazioni affettuose e stabili, possiamo sentirci non visti o non abbastanza amati.  

Il concetto dei 5 linguaggi dell’amore ci aiuta a capire come ogni persona percepisca e comunichi l’amore in modo diverso. Alcuni hanno bisogno di tempo di qualità, altri di gesti concreti, altri ancora, come vedremo, di parole di affermazione nella coppia. Sapere come esprimere amore con le parole e capire il linguaggio del partner è fondamentale per costruire una relazione più profonda, sana e consapevole.

Cosa sono i 5 linguaggi dell'amore?

Secondo Chapman (1992), ogni persona ha un modo preferenziale, o dominante, per ricevere e comunicare amore; ovvero un canale attraverso cui si sente davvero amata. Questi linguaggi sono:

  • Parole di affermazione: frasi affettuose, complimenti, gratitudine, apprezzamenti sinceri.
  • Tempo di qualità: momenti di presenza piena e connessione autentica.
  • Atti di servizio: prendersi cura con gesti concreti.
  • Contatto fisico: abbracci, carezze, intimità fisica.
  • Regali: doni simbolici che esprimono “ho pensato a te”.

Chapman sostiene che, quando il linguaggio dell’amore di una persona non viene riconosciuto dal partner, la persona può non sentirsi amata anche in una relazione oggettivamente positiva.

Uno studio pubblicato su Personal Relationships Journal (Egbert & Polk, 2006) ha mostrato che le coppie che riconoscono e rispettano i reciproci linguaggi dell’amore riportano livelli più alti di soddisfazione relazionale e comunicazione emotiva.  

Questi linguaggi dell'amore non sono giusti o sbagliati: semplicemente, ognuno di noi ne ha uno (o due) prioritari. Conoscerli aiuta a evitare incomprensioni, conflitti silenziosi e aspettative deluse.

In questo articolo ci concentreremo in particolare sul linguaggio dell’amore più sottovalutato: le parole di affermazione. Spesso dimentichiamo quanto possano incidere sul benessere relazionale.

Il potere delle parole: il linguaggio dell’amore più sottovalutato

Per chi ha come linguaggio dominante le parole di affermazione, frasi come “ti amo”, “sei importante per me” o “mi fai stare bene” sono nutrimento affettivo. Non bastano i fatti: serve la conferma verbale, un linguaggio che rassicura, rafforza e costruisce intimità.

Esprimere amore con le parole non significa essere sdolcinati o poco autentici, ma usare il linguaggio emotivo per far sentire l’altro riconosciuto. Le parole hanno un potere straordinario: possono sanare ferite, rafforzare il legame e prevenire distanze emotive.

Secondo una ricerca del Gottman Institute, l’uso regolare di espressioni verbali positive nella coppia è fortemente associato a un miglioramento del clima emotivo e alla riduzione dei conflitti. Le parole, infatti, non sono solo suoni: sono strumenti relazionali che costruiscono, riparano o a volte lacerano.

Il silenzio, per chi ha bisogno di sentire, può essere vissuto come distacco, anche in assenza di reali problemi di coppia. Anche se l’amore c’è, se non viene detto, rischia di non essere percepito e nel lungo periodo, questa mancanza può generare frustrazione, vulnerabilità emotiva e incomprensioni, fino a creare un divario nella connessione affettiva.

Quando non si parla lo stesso linguaggio dell’amore

Molti conflitti di coppia non derivano da mancanza di amore, ma da modalità diverse di comunicarlo. Una persona può esprimere amore cucinando ogni giorno, mentre l’altra ha bisogno di sentirsi dire “ti amo”. Nessuno dei due ha torto, ma entrambi rischiano di sentirsi trascurati.

Uno studio del 2022 condotto presso la University of Toronto ha rilevato che la disconnessione tra linguaggi dell’amore è uno dei fattori predittivi più frequenti di insoddisfazione relazionale percepita, soprattutto quando non viene esplicitamente discussa.

Quindi, parlare due linguaggi dell’amore diversi non è un limite, ma va riconosciuto. Capire e accogliere il linguaggio dell’altro richiede empatia, disponibilità all’ascolto e capacità di uscire dalla propria zona di comfort comunicativa.

Come riconoscere e rispettare il linguaggio dell’amore del partner

Riconoscere il linguaggio dell’altro significa osservare cosa chiede, apprezza o nota. Se ti chiede spesso “mi ami?”, oppure ti ringrazia quando riceve un messaggio dolce, probabilmente ha bisogno di parole.

Secondo Chapman, le persone tendono a dare ciò che vorrebbero ricevere. Quindi osserva anche come esprime amore: se ti scrive bigliettini o ti fa complimenti, potrebbe voler dire che le parole sono importanti anche per lui o per lei.

Non bisogna nemmeno sminuire ciò che per l’altro è importante: se per te contano i gesti ma per l’altro le parole, è fondamentale trovare un modo per rispettare entrambi i bisogni. Il rispetto dei diversi linguaggi affettivi non significa forzarsi, ma imparare a comunicare nel codice dell’altro, senza rinunciare al proprio.

E se il partner non parla il tuo linguaggio?

Non tutti sono abituati a esprimere amore con le parole, e non è detto che significhi disinteresse. Crescite familiari, modelli culturali o semplicemente una differente emotività possono rendere difficile dire “ti amo” o fare complimenti.

In questi casi, è utile chiedere senza pretendere: “mi farebbe piacere se ogni tanto mi dicessi cosa provi per me”. È anche importante valorizzare ciò che l’altro già fa: forse ti accompagna ovunque, si preoccupa per te, ti prepara la colazione. Questi sono gesti d’amore nel suo linguaggio.

La comunicazione affettiva si impara, e può diventare un atto di cura reciproca. Non tutte le persone sono state educate a esprimere emozioni con le parole: modelli familiari rigidi, cultura del silenzio emotivo, esperienze precedenti o difficoltà personali possono rendere difficile dire “ti amo” o fare complimenti sinceri.

In questi casi, è utile:

  • Chiedere senza colpevolizzare: “mi fa sentire bene quando mi dici come ti senti con me”.
  • Apprezzare ciò che già fa: accompagnarti, preoccuparsi per te, sostenerti, questi sono atti d’amore nel suo linguaggio.
  • Aprire il dialogo: la coppia è anche un laboratorio dove imparare l’uno dall’altro.

Conclusione

I linguaggi dell’amore non sono teorie astratte, ma strumenti per creare connessione emotiva reale. Le parole di affermazione nella coppia possono sembrare semplici, ma sono fondamentali per chi ha bisogno di essere riconosciuto o riconosciuta attraverso il linguaggio verbale.

Riconoscerli non risolve tutto, ma cambia la prospettiva: dal “non mi ama” al “mi ama in un linguaggio diverso dal mio”. Allenarsi a riconoscere e usare il linguaggio del partner è un atto di amore e rispetto. E quando le differenze creano distanza o dolore, la terapia di coppia può offrire uno spazio sicuro per costruire un ponte, esplorare nuovi modi di comunicare, e trasformare le differenze in risorse condivise.

Bibliografia: Chapman, G. (1992). The five love languages: How to express heartfelt commitment to your mate. Northfield Publishing. | Egbert, N., & Polk, D. (2006). Speaking the language of relational maintenance: A validity test of Chapman’s five love languages. Communication Research Reports, 23(1), 19–26. | Gottman, J., & Silver, N. (1999). The seven principles for making marriage work. Harmony Books.

Aron, A., Norman, C., Aron, E. N., & Lewandowski, G. (2002). Shared participation in self-expanding activities: Positive effects on experienced marital quality. Journal of Social and Personal Relationships, 19(4), 503–519.  | Reis, H. T., & Shaver, P. R. (1988). Intimacy as an interpersonal process. In S. Duck (Ed.), Handbook of personal relationships (pp. 367–389). Wiley. | Morgan, P. D., & Morgan, R. (2010). Love and the psychology of intimacy. Journal of Social and Personal Relationships, 27(1), 59–80.