L’autoerotismo è una delle espressioni più intime della sessualità individuale. Eppure, quando entra nel contesto di una relazione di coppia, può diventare terreno di fraintendimenti, sospetti e tabù. In tanti si chiedono: "Se ho una vita sessuale attiva con il mio partner, perché dovrei continuare a masturbarmi?". O peggio: "Se il mio partner lo fa, cosa gli manca con me?".
Queste domande rivelano una convinzione ancora molto diffusa: che la sessualità debba essere vissuta solo insieme. In realtà, l’autoerotismo, anche all’interno di una relazione stabile, non solo è perfettamente naturale, ma può diventare una risorsa preziosa — per sé stessi e per la coppia.
Una pratica naturale e diffusa
Masturbarsi è un comportamento sessuale sano, fisiologico e largamente praticato, a tutte le età. Numerosi studi dimostrano che la grande maggioranza delle persone in coppia continua a dedicarsi all’autoerotismo, indipendentemente dalla frequenza o dalla qualità dei rapporti sessuali condivisi.
La masturbazione non è un ripiego. È, invece, un modo per mantenere viva la connessione con il proprio corpo, il proprio desiderio e la propria individualità erotica. Non c’è una contraddizione tra l’essere appagati nella relazione e voler godere anche di uno spazio personale di piacere. Anzi, le due cose spesso si alimentano a vicenda.
Falsi miti da superare
Il primo ostacolo a una visione più serena dell’autoerotismo in coppia è rappresentato dai falsi miti che lo circondano. Eccone alcuni tra i più diffusi:
- “Chi si masturba in coppia, non è soddisfatto sessualmente”
È un’idea tanto comune quanto errata. L’autoerotismo può coesistere con una vita sessuale soddisfacente. Non è una scelta in sostituzione del sesso, ma in aggiunta a esso. È un modo per esplorare aspetti personali del desiderio che possono poi essere condivisi.
- “È una forma di infedeltà”
Questa visione nasce da una concezione possessiva del piacere. Ma la sessualità non è un territorio da difendere, bensì un paesaggio da esplorare. L’autoerotismo non è tradimento, ma un’espressione di autonomia erotica.
- “Se lo fai, vuol dire che io non ti basto”
Il piacere individuale non è una questione di “bastare” o “non bastare”. È un bisogno personale che non toglie nulla alla relazione, anzi: può renderla più ricca e autentica.
I benefici dell’autoerotismo nella vita di coppia
Parlare di masturbazione solo come “comportamento non dannoso” è riduttivo. In realtà, i vantaggi dell’autoerotismo, anche in coppia, sono molti e profondi. Ecco i principali:
1. Conoscenza del proprio corpo
Masturbarsi permette di scoprire (o riscoprire) cosa piace, quali zone del corpo rispondono meglio agli stimoli, quali ritmi e intensità generano piacere. Questa conoscenza è fondamentale non solo per la propria soddisfazione, ma anche per riuscire a comunicare al partner i propri bisogni in modo più chiaro.
2. Maggiore consapevolezza del desiderio
Il desiderio sessuale non è una costante. Può variare in base a stress, stanchezza, età, cicli ormonali o fasi della vita. L’autoerotismo è un modo efficace per restare in contatto con il proprio desiderio anche nei momenti in cui la sessualità condivisa è meno presente. È come tenere acceso il motore erotico.
3. Gestione dello stress e del sonno
Numerosi studi hanno dimostrato che la masturbazione può avere effetti positivi sulla riduzione dello stress, sull’umore e sul sonno. Dopo l’orgasmo, il corpo rilascia endorfine e ossitocina, ormoni che favoriscono il rilassamento e il benessere. Tutti effetti che contribuiscono anche alla serenità relazionale.
4. Incremento della fantasia erotica
La masturbazione è spesso accompagnata da immaginazione, scenari mentali, desideri che non sempre trovano spazio nella vita sessuale condivisa. Questo non significa volere “altro”, ma mantenere viva la propria creatività erotica. E anche questa, volendo, può diventare un patrimonio comune, se portata con rispetto nel rapporto di coppia.
5. Stimolo al gioco e alla complicità
In molte relazioni, l’autoerotismo può diventare parte integrante della sessualità condivisa. Guardarsi, toccarsi contemporaneamente, usare sex toys in momenti di intimità individuale o di coppia: tutto ciò può rafforzare la complicità, aumentare l’intimità e rendere più vario ed eccitante il rapporto sessuale.
6. Aiuto in momenti di transizione
Ci sono periodi nella vita di coppia — nascita di un figlio, problemi di salute, cali del desiderio, distanze fisiche — in cui la sessualità condivisa può diventare più difficile. L’autoerotismo può allora diventare un’ancora importante per restare in contatto con il piacere, senza che questo venga percepito come una minaccia per l’altro.
Autoerotismo condiviso: una possibilità, non un obbligo
Sebbene spesso venga considerata un’attività privata, l’autoerotismo può anche essere condiviso all’interno della relazione, se entrambi i partner sono aperti a farlo. Si può praticare insieme, mostrarsi a vicenda, o semplicemente parlarne senza imbarazzo. Questo può abbattere tabù, aumentare la fiducia reciproca e portare nuova linfa alla vita sessuale.
Tuttavia, è importante ricordare che condividere non è sinonimo di dover fare tutto insieme. Il punto centrale è riconoscere che ogni individuo ha il diritto di coltivare anche una dimensione erotica autonoma, libera da giudizi e aspettative.
Quando l’autoerotismo può segnalare un disagio
Come ogni comportamento umano, anche l’autoerotismo può diventare problematico solo quando assume una funzione esclusiva, ripetitiva o compulsiva. Se diventa un rifugio sistematico per evitare il contatto con l’altro, o se genera sensi di colpa e isolamento, può essere il segnale di una difficoltà più profonda — personale o relazionale.
In questi casi, parlarne con un professionista della salute sessuale può essere un passo utile, non solo per risolvere un problema, ma per aprire nuove strade verso un benessere più autentico.
Conclusione: dalla vergogna alla valorizzazione
L’autoerotismo in coppia è ancora un tema poco esplorato, a volte circondato da vergogna o sospetto. Eppure, liberarsi da questi pregiudizi significa riconoscere che la sessualità non è una prestazione, ma un’esperienza complessa, fatta di intimità, autonomia, scoperta e piacere.
Masturbarsi non è solo normale: è spesso utile, benefico, e può arricchire profondamente la vita erotica individuale e condivisa. È tempo di cambiare sguardo: da tabù a risorsa, da segreto a parte integrante della propria sessualità. Perché una relazione davvero sana è quella che lascia spazio al piacere, anche quello che nasce da soli.
Gioele Salvatori: psicologo a orientamento cognitivo-Comportamentale e sessuologo clinico. Si occupa di difficoltà inerenti alla sfera sessuale e relazionale, oltre che di dipendenza affettiva e ansia sociale.