Terapia di coppia: cosa fare quando l’estate mette in crisi la relazione

Scritto da
Alessia Di Bari
06
August
2025

Indice

  1. ¿Che cos'è un piano di formazione?
  2. Obiettivi di un piano di formazione per l'azienda
  3. ¿Perché investire in un piano di formazione?
  4. ¿Come elaborare un piano di formazione?
  5. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  6. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  7. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  8. Esempi di piani di formazione nelle aziende

L’estate dovrebbe essere sinonimo di leggerezza, relax e complicità. Le giornate più lunghe, i ritmi rallentati e le vacanze insieme dovrebbero offrire l’occasione perfetta per riscoprire la connessione con il partner.

Eppure, per molte coppie, questo periodo rappresenta tutt’altro: tensioni sopite durante l’anno esplodono, piccoli problemi nella relazione diventano litigi frequenti, e ciò che doveva essere un momento di unione si trasforma in un terreno fragile.

Effettivamente, secondo uno studio di Williamson et al. (2013), le transizioni stagionali e i cambiamenti di routine aumentano la probabilità di conflitti latenti nelle coppie, poiché si interrompono i meccanismi di compensazione tipici della quotidianità.

Con più tempo da trascorrere insieme e meno distrazioni esterne, le dinamiche relazionali diventano più visibili e, spesso, più difficili da ignorare. Se ti stai chiedendo perché litighi di più proprio durante le vacanze, se ti senti distante dal partner o se le aspettative estive sembrano deluse, è il momento di fermarti e riflettere.

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza su cosa accade alla relazione di coppia in crisi nei mesi estivi e su come la terapia di coppia, o un percorso di consulenza di coppia, possano offrire uno spazio sicuro per affrontare queste difficoltà con maggiore consapevolezza e strumenti concreti.

Perché si litiga di più durante le vacanze?

Le vacanze estive mettono alla prova molte relazioni, è un periodo in cui tutto sembra più amplificato: le emozioni, le aspettative, ma anche le frustrazioni. In psicoterapia di coppia si parla di ‘ritmi disincronici’, ovvero la difficoltà di trovare un’armonia tra i bisogni di tempo, riposo o stimolazione: in estate, la mancanza di routine può far esplodere queste divergenze, che durante l’anno vengono tamponate dalla quotidianità.  

Ecco alcuni dei motivi più comuni per cui l’estate può far emergere una crisi relazionale spesso sottovalutata.

  • Maggior tempo insieme = più occasioni di scontro
    Le ore condivise aumentano e, con esse, le possibilità di entrare in conflitto. Senza i soliti spazi individuali e routine separate, si può avvertire una perdita di autonomia o una maggiore irritabilità.
  • Aspettative irrealistiche sulla vacanza perfetta
    Uno studio di Neff & Karney (2009) ha evidenziato che le coppie con aspettative idealizzate tendono a vivere con maggiore frustrazione i momenti condivisi, specialmente in contesti “ideali” come le vacanze.
  • La mancanza di distrazioni accentua la distanza
    L’assenza di stimoli esterni può lasciare spazio a pensieri non affrontati durante l’anno. Se la relazione è in stallo, questo silenzio può diventare assordante.
  • Le differenze nei bisogni emergono con più chiarezza
    Differenze di desideri, ritmi o modi di vivere il tempo libero possono rendere più visibili incompatibilità che prima si riuscivano a gestire con compromessi quotidiani.

Quali sono i segnali di una crisi di coppia?

Capire che qualcosa non va nella propria relazione non è sempre immediato. Alcuni segnali possono sembrare “normali” all’interno della convivenza, ma diventano campanelli d’allarme quando si ripetono o aumentano nel tempo. Ecco cosa osservare con attenzione:

  1. Discussioni ricorrenti sempre sugli stessi temi
    I litigi di coppia diventano ciclici e sembrano non portare mai a una soluzione. È come se si girasse in tondo, senza mai trovare un punto d’incontro.
  1. Erosione affettiva
    Non si litiga, ma non ci si cerca nemmeno. L’erosione affettiva, o emotional disengagement, si manifesta quando la connessione emotiva è progressivamente sostituita da evitamento o reazioni difensive.
  1. Silenzi pesanti o comunicazione passivo-aggressiva
    Invece di affrontare i problemi, si preferisce tacere o esprimere il malessere in modo indiretto, attraverso sarcasmo o frecciate. La comunicazione nella relazione diventa fonte di stress, non di connessione.
  1. Evitamento del partner anche in momenti di relax
    Si preferisce passare il tempo da soli, o con altre persone, evitando il partner persino nei momenti che dovrebbero essere condivisi. Le modalità di interazione conflittuale o evitante spesso si radicano nei modelli di attaccamento: chi ha uno stile insicuro può vivere la vulnerabilità relazionale con paura o chiusura, alimentando silenzi e incomprensioni.
  1. Commenti svalutanti o sarcastici costanti
    Quando il linguaggio si fa ironico, sprezzante o accusatorio, si intacca la stima reciproca. Secondo John Gottman, uno dei massimi esperti di dinamiche di coppia, i segnali che predicono una crisi profonda includono la svalutazione, il disprezzo e il disimpegno emotivo. Quando la comunicazione si fa passivo-aggressiva o sarcastica, e i partner smettono di cercarsi, la relazione entra in una zona di rischio elevato.

Cosa può offrire la terapia di coppia in questi casi

Se ti riconosci in uno o più dei segnali sopra, non è detto che la relazione sia destinata a finire. La terapia di coppia aiuta a riconoscere il ciclo negativo che si innesca nei momenti di crisi: uno esprime frustrazione, l’altro si chiude; uno attacca, l’altro si difende. Rendersi conto di questi schemi è il primo passo per interromperli e creare nuovi modi di relazionarsi. Secondo una meta-analisi di Rathgeber et al. (2019), la terapia di coppia (soprattutto EFT e terapia cognitivo-comportamentale di coppia) mostra alti tassi di efficacia, con miglioramenti significativi nella soddisfazione relazionale e nella comunicazione.

  • Spazio neutro per esprimere sentimenti senza giudizio
    Ogni partner ha la possibilità di raccontare la propria esperienza emotiva senza sentirsi attaccato o invalidato, sotto la guida di un professionista imparziale.
  • Facilitazione della comunicazione
    Il terapeuta aiuta a decodificare ciò che si dice (e ciò che si tace), insegnando a comunicare in modo più chiaro, empatico ed efficace.
  • Identificazione dei pattern tossici
    Alcune dinamiche si ripetono inconsapevolmente e generano distanza. La terapia aiuta a individuarle e trasformarle in comportamenti più funzionali.
  • Ripristino del dialogo emotivo
    Tornare a sentire l’altro, oltre le parole e i comportamenti, è essenziale per ricostruire la connessione. La terapia stimola l’empatia e la reciprocità.
  • Strumenti concreti per affrontare la convivenza estiva e post-vacanza
    Un buon supporto psicologico per la coppia fornisce strategie pratiche per gestire la quotidianità e le difficoltà stagionali senza farsi sopraffare.

Quando è il momento giusto per iniziare la terapia?

Molte persone si rivolgono alla terapia di coppia quando si sentono ormai al limite, ma è possibile iniziare anche prima, come forma di prevenzione o crescita. Infatti, può essere utile anche in momenti di relativa stabilità, come forma di prevenzione relazionale. Rafforzare la comunicazione e l’intimità emotiva prima che emergano conflitti gravi è uno degli obiettivi della terapia preventiva (Halford et al., 2004).

Se ti riconosci in uno di questi segnali, può essere utile iniziare subito:

  • Ti senti non ascoltato o ascoltata
    Hai l’impressione che il tuo punto di vista venga ignorato o minimizzato, e questo ti porta a chiuderti o ad arrabbiarti.
  • I conflitti aumentano in vacanza
    Durante i momenti che dovrebbero essere rilassanti, la tensione cresce e porta a continue discussioni o malumori.
  • La complicità sembra scomparsa
    Non ti senti più in sintonia con il partner. La leggerezza, la gioia o la voglia di condividere sembrano essersi spente.

In tutti questi casi, iniziare un percorso di consulenza di coppia può prevenire un allontanamento più profondo e riattivare il senso di unione. Una crisi può essere l’occasione per ridefinire insieme il significato della relazione, e non necessariamente per chiuderla. L’importante è affrontarla con consapevolezza e strumenti adeguati.

Conclusione

L’estate non è necessariamente il problema: è semplicemente un tempo in cui la relazione si mostra per quella che è, senza filtri. È un periodo che può amplificare le distanze, ma anche offrire l’opportunità di fermarsi, osservare e scegliere di prendersi cura del legame. E questo non significa cercare colpe, ma assumersi la responsabilità condivisa di nutrire la relazione.

Studi recenti mostrano che le coppie che intraprendono percorsi terapeutici riportano miglioramenti significativi nella soddisfazione relazionale, anche quando non sono in crisi conclamata (Lebow et al., 2012). Infatti, la terapia di coppia non è solo per chi sta per lasciarsi, ma per chi desidera ricostruire, conoscersi meglio, imparare a comunicare e trovare nuove strade per stare bene insieme.

Se senti che qualcosa si è incrinato, se vivi una crisi relazionale o se i litigi di coppia sono sempre più frequenti, non aspettare, chiedere aiuto non è un fallimento, un percorso di supporto psicologico per la coppia può fare la differenza: ed è un gesto di cura profonda verso di sé e verso chi ci sta accanto.

Alessia Di Bari: Laureata in comunicazione. Master in sessuologia. Dottorato in Sessualità Umanistica. Attivista anti grassofobia, per la diversità corporea e fat acceptance. Speaker TEDx e divulgatrice sessuale.

Bibliografía: Neff, L. A., & Karney, B. R. (2009). Acknowledging the reality of a relationship: A test of the ideal standards model. Journal of Personality and Social Psychology, 96(4), 744–759. | Halford, W. K., Markman, H. J., Kline, G. H., & Stanley, S. M. (2004). Best practice in couple relationship education. Journal of Marital and Family Therapy, 30(2), 217–231. | Lebow, J. L., Chambers, A. L., Christensen, A., & Johnson, S. M. (2012). Research on the treatment of couple distress. Journal of Marital and Family Therapy, 38(1), 145–168.