Litigare bene si può: come trasformare i conflitti in occasioni di crescita

Scritto da
Gioele Salvatori
17
June
2025

Indice

  1. ¿Che cos'è un piano di formazione?
  2. Obiettivi di un piano di formazione per l'azienda
  3. ¿Perché investire in un piano di formazione?
  4. ¿Come elaborare un piano di formazione?
  5. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  6. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  7. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  8. Esempi di piani di formazione nelle aziende

Quando pensiamo a una coppia felice, spesso ci immaginiamo armonia, sorrisi, intesa perfetta. Eppure, anche nelle relazioni più solide, i litigi sono inevitabili

Anzi, il conflitto, lungi dall’essere un segnale di crisi, può diventare un’occasione preziosa per conoscersi meglio, rafforzare il legame e crescere insieme. La chiave? Imparare a litigare bene.

I litigi non sono sempre un male

Nella cultura comune, il litigio è visto come un sintomo di qualcosa che non va: “Se litighiamo, vuol dire che non ci amiamo abbastanza”, “Una coppia felice non discute mai”. Queste convinzioni rischiano di farci vivere il conflitto come una minaccia, qualcosa da evitare o da temere. In realtà, ogni relazione autentica passa anche attraverso il confronto, la divergenza di opinioni, le tensioni.

Il problema non è litigare, ma come lo si fa. È il “come” che fa la differenza tra un litigio che distrugge e uno che costruisce.

I benefici di una discussione costruttiva

Se affrontata con rispetto e apertura, una discussione può portare a risultati sorprendenti:

  • Maggiore conoscenza reciproca: discutere permette di esprimere i propri bisogni, valori e limiti. Questo aiuta entrambi i partner a capirsi meglio.
  • Rafforzamento del legame: affrontare un conflitto insieme e superarlo aumenta la fiducia reciproca e la sensazione di essere una squadra.
  • Crescita individuale e di coppia: imparare a gestire il confronto in modo sano è una competenza emotiva fondamentale, che si riflette anche al di fuori della relazione.
  • Prevenzione dei rancori: parlare apertamente di ciò che non va aiuta a evitare l'accumulo di tensioni che, a lungo andare, possono sfociare in rotture più gravi.

Come rendere costruttiva una discussione

Litigare bene è un’arte che si può imparare. Ecco alcune strategie pratiche per trasformare i conflitti in momenti di crescita:

1. Partire da sé, non dall’altro

Invece di iniziare con frasi accusatorie (“Tu non mi capisci mai”), è più utile parlare in prima persona: “Mi sento frustrato quando provo a spiegarti qualcosa e ho l’impressione che tu non mi ascolti”. Questo tipo di comunicazione, detta comunicazione assertiva, riduce la possibilità che l’altro si senta attaccato e reagisca in modo difensivo. È un modo per esprimere i propri bisogni senza colpevolizzare.

2. Ascoltare davvero

Durante una discussione, è facile cadere nella trappola del “finto ascolto”, in cui si aspetta solo il proprio turno per ribattere. L’ascolto attivo, invece, richiede presenza, empatia e disponibilità a comprendere l’altro. Significa fare domande (“Quindi ti sei sentita messa da parte ieri sera?”), riformulare per chiarire (“Se ho capito bene, ti sei sentito ignorato?”) e non interrompere. Questo tipo di ascolto crea uno spazio sicuro in cui entrambi si sentono visti e compresi.

3. Scegliere il momento giusto

Non tutti i momenti sono ideali per affrontare una questione delicata. Se uno dei due è stressato, stanco o arrabbiato per altro, la discussione rischia di degenerare. Ad esempio, iniziare un confronto subito dopo il lavoro o mentre si stanno facendo altre cose può peggiorare la comunicazione. Meglio dire con sincerità: “Non me la sento di parlarne adesso, possiamo riprendere tra un’ora o domani mattina?”. Rimandare non significa evitare, ma scegliere il momento giusto per affrontare il conflitto in modo più lucido.

4. Restare sul tema

Durante una discussione, è facile deviare e iniziare a tirare fuori episodi passati o vecchi rancori (“E comunque anche a Natale hai fatto la stessa cosa!”). Questo atteggiamento alimenta la frustrazione e allontana dalla risoluzione del problema attuale. Mantenere il focus su un solo tema alla volta aiuta a non perdersi in un labirinto di accuse e rivendicazioni. È come pulire una stanza alla volta, invece che buttare tutto all’aria.

5. Fare pause, se serve

Quando la tensione sale e l’emotività prende il sopravvento, è legittimo fermarsi. Prendersi una pausa, anche breve, permette di rientrare in contatto con sé stessi e tornare più centrati. È importante però comunicarlo in modo chiaro, ad esempio: “Mi sento sopraffatto, ho bisogno di qualche minuto per calmarmi. Possiamo parlarne tra poco?”. Il rischio, altrimenti, è che una discussione accesa degeneri in urla, chiusure o frasi di cui ci si pentirà.

6. Riconoscere le emozioni

Dire “sono deluso”, “mi sento solo”, “ho paura” richiede vulnerabilità, ma è un gesto potente. Le emozioni sono il vero motore del conflitto, e saperle riconoscere, prima di tutto in sé stessi, permette di comunicare con autenticità. Questo sposta la discussione dal piano delle accuse a quello della condivisione, generando empatia.

7. Cercare soluzioni condivise

Il fine di una discussione costruttiva non è stabilire chi ha ragione, ma trovare una soluzione che tenga conto dei bisogni di entrambi. Questo richiede disponibilità al compromesso e creatività. Ad esempio, se uno dei due ha bisogno di più tempo da solo e l’altro desidera maggiore condivisione, si può concordare una routine che tenga conto di entrambi. Trovare un equilibrio è spesso più utile che “spuntarla”.

Gli errori da evitare

Così come ci sono buone pratiche da seguire, ci sono anche dinamiche tossiche da evitare. Ecco le più comuni:

1. Screditare

Usare frasi come “sei ridicolo”, “non capisci niente”, o un tono sarcastico e sprezzante mina la dignità dell’altro e crea un clima di ostilità. Questo tipo di non risolve il problema, ma aumenta il divario tra i partner. Anche lo sguardo, il linguaggio del corpo e il tono di voce possono trasmettere disprezzo. Invece, è fondamentale mantenere il rispetto reciproco anche nel disaccordo.

2. Evitare il confronto

Ignorare i problemi, cambiare discorso, fare finta che tutto vada bene può sembrare un modo per “preservare la pace”, ma in realtà si tratta di una bomba a orologeria. Le emozioni represse tendono ad accumularsi e a esplodere prima o poi. Ad esempio, se ogni volta che qualcosa dà fastidio si tace per paura di litigare, si rischia di sfociare in un’esplosione sproporzionata alla prima occasione.

3. Usare il passato come arma

Tornare continuamente su vecchie questioni (“Come quella volta che...”) è un segnale che i conflitti non sono stati realmente elaborati. Questo atteggiamento impedisce di guardare avanti e trasforma ogni discussione in una battaglia tra archivi emotivi, facendo perdere il focus sul problema attuale di cui si voleva parlare. Se un fatto del passato è ancora un problema, va affrontato a parte, non tirato fuori ogni volta come una cartuccia da sparare.

4. Generalizzare

Espressioni come: “fai sempre così” o “non fai mai niente per me” sono generalizzazioni che bloccano il dialogo. Nessuno si comporta sempre in un certo modo. Questo linguaggio è percepito come ingiusto e tende a generare reazioni difensive. Meglio dire: “Mi è capitato più volte di sentirmi trascurato, ad esempio ieri sera…”. La specificità aiuta a essere più chiari e meno conflittuali. Inoltre, è facendo riferimento a comportamenti o situazioni specifici che si può dare all’altro la possibilità di capire cosa (eventualmente) cambiare.  

5. Cercare solo di avere ragione

Se l’obiettivo principale diventa “vincere la discussione”, la relazione perde. L’amore non è un tribunale, e la comunicazione efficace non consiste nel convincere l’altro a cambiare idea, ma nel capirsi. Il vero successo in una coppia non è prevalere, ma trovare un terreno comune in cui entrambi si sentano visti e rispettati. Ci sono poi questioni su cui non è possibile avere ragione o torto in senso assoluto: a volte è possibile avere anche punti di vista discordanti e questo va bene, a patto che ognuno rispetti quello dell’altro e che si trovi un modo di convivere con questo dissenso.  

In conclusione: litigare sì, ma con intelligenza emotiva

Litigare fa parte della vita di coppia, ma può diventare un’opportunità preziosa se affrontato con consapevolezza e rispetto. Nessuna relazione è priva di conflitti, ma tutte possono imparare a gestirli meglio. Allenare la comunicazione, imparare ad ascoltare, riconoscere le proprie emozioni e quelle dell’altro: sono tutti strumenti che, con un po’ di pratica, possono trasformare anche le discussioni più accese in passi avanti nel percorso condiviso.

Perché amare non significa non litigare mai, ma sapersi ritrovare ogni volta, un po’ più vicini di prima.

Gioele Salvatori: psicologo a orientamento cognitivo-comportamentale e sessuologo clinico. Si occupa di difficoltà inerenti alla sfera sessuale e relazionale, oltre che di dipendenza affettiva e ansia sociale.