Orgasmo clitorideo: come funziona e perché conta davvero

Scritto da
Alessia Di Bari
26
May
2025

Indice

  1. ¿Che cos'è un piano di formazione?
  2. Obiettivi di un piano di formazione per l'azienda
  3. ¿Perché investire in un piano di formazione?
  4. ¿Come elaborare un piano di formazione?
  5. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  6. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  7. Esempi di piani di formazione nelle aziende
  8. Esempi di piani di formazione nelle aziende

L’orgasmo clitorideo è la forma di orgasmo più comune nelle persone con vulva e, per molte rappresenta la principale fonte di piacere sessuale. Eppure, la clitoride, - questo piccolo organo straordinariamente innervato - è ancora oggi ignorato o ridotto a un dettaglio. In realtà, la clitoride è la chiave dell’esperienza orgasmica della maggior parte delle persone con vulva, ma troppo spesso viene esclusa dai rapporti sessuali centrati esclusivamente sulla penetrazione. Parlare di orgasmo clitorideo significa anche rompere tabù culturali e sociali che limitano la libertà sessuale femminile e riscoprire un piacere autentico, personale e liberatorio.

Capire come funziona l’orgasmo clitorideo, imparare a riconoscerlo e a viverlo in modo consapevole è un passo importante per ogni persona che desidera riscoprire il proprio piacere senza sensi di colpa o aspettative irrealistiche.

Cosa sono gli orgasmi clitoridei secondo la sessuologia

La sessuologia distingue diversi tipi di orgasmo, ma quello clitorideo è di gran lunga il più diffuso. L’orgasmo clitorideo è una risposta neurofisiologica al piacere sessuale derivante dalla stimolazione del clitoride, un organo estremamente sensibile.

Fino a poco tempo fa si stimava che il clitoride contenesse circa 8.000 terminazioni nervose. Tuttavia, uno studio del 2022 condotto da Dr. Blair Peters dall’Oregon Health & Science University (OHSU) ha identificato oltre 10.000 fibre nervose nel clitoride umano – circa il 20% in più rispetto a quanto precedentemente creduto. I ricercatori hanno analizzato campioni di tessuto provenienti da persone transgender che si sono sottoposte a interventi di affermazione di genere, utilizzando una colorazione specifica e un’analisi al microscopio con ingrandimenti fino a 1000 volte per contare singolarmente le fibre.

È fondamentale comprendere la differenza tra orgasmo clitorideo e vaginale: mentre la penetrazione può stimolare il clitoride in modo indiretto, per la maggior parte delle persone con vulva è la stimolazione diretta del clitoride a condurre più facilmente all’orgasmo. Esiste anche l’orgasmo clitorideo vaginale, in cui entrambe le vie si intrecciano, generando una risposta più complessa e diffusa. La variabilità è del tutto normale: ogni persona ha il proprio modo di vivere il piacere.  

Come si manifesta un orgasmo clitorideo (e quando non arriva)

Ogni donna ha una propria esperienza orgasmica, ma alcuni segnali fisiologici sono comuni: aumento del battito cardiaco, respiro accelerato, tensione muscolare seguita da un rilascio intenso, contrazioni involontarie dei muscoli pelvici e una sensazione profonda di benessere. L’orgasmo clitorideo può durare pochi secondi o più a lungo, e può lasciare una sensazione di soddisfazione, rilassamento o anche una forte emozione.

Dal punto di vista neurofisiologico, l’orgasmo attiva diverse aree cerebrali, tra cui la corteccia orbitofrontale, il sistema limbico e le aree del piacere e della ricompensa. Durante l’orgasmo vengono inoltre rilasciate endorfine, ossitocina e dopamina, che contribuiscono a generare sensazioni di piacere, appagamento e connessione.

Tuttavia, non sempre l’orgasmo arriva. Alcune donne non riescono a raggiungerlo nemmeno in situazioni di grande intimità o stimolazione. In questi casi si può parlare di difficoltà orgasmiche, che non devono essere motivo di vergogna, ma un segnale da ascoltare con attenzione e rispetto per sé stesse.

Cause comuni delle difficoltà con l’orgasmo clitorideo

Molti fattori possono interferire con l’orgasmo clitorideo. Dal punto di vista psicologico, l’ansia da prestazione, la vergogna legata al corpo o alla sessualità, traumi passati o un’educazione sessuale repressiva possono influire negativamente. Anche la difficoltà a lasciarsi andare e a concentrarsi sulle proprie sensazioni è un ostacolo frequente.

Sul piano relazionale, la mancanza di comunicazione con il/la partner, un'intimità emotiva fragile o dinamiche sbilanciate nella coppia possono ridurre la possibilità di vivere il piacere. Se non c’è fiducia o comprensione reciproca, è difficile sentirsi libere di esprimere desideri o bisogni.

A ciò si aggiungono fattori culturali, come il mito dell’orgasmo vaginale considerato più “vero” o “adulto”, che può generare insicurezza. Infine, cause fisiche o mediche come vaginismo, endometriosi, alterazioni ormonali, uso di alcuni farmaci o dolore durante i rapporti possono compromettere la risposta orgasmica.

La letteratura scientifica sottolinea che circa il 10% delle donne vive una forma persistente di anorgasmia, mentre una percentuale molto più ampia incontra difficoltà orgasmiche occasionali, spesso legate a fattori emotivi, relazionali o culturali.

Quando si parla di anorgasmia o disfunzione orgasmica

Si parla di anorgasmia primaria quando una donna non ha mai sperimentato un orgasmo in vita sua. La secondaria, invece, si verifica quando l’orgasmo era presente ma non si manifesta più. Queste situazioni possono avere un forte impatto sull’autostima e sul benessere psicologico e relazionale.

Spesso le donne evitano di parlarne, per imbarazzo o paura di essere giudicate. In realtà, queste difficoltà sono molto più comuni di quanto si pensi e affrontarle con il supporto giusto può portare a una riscoperta positiva della propria sessualità.

Approccio terapeutico: come affrontare le difficoltà con l’orgasmo

Le difficoltà legate all’orgasmo clitorideo non devono essere affrontate da sole. Un/una sessuologo/a clinico/a può aiutare a identificare le cause del problema e proporre strategie su misura. L’educazione sessuale permette di conoscere meglio il proprio corpo e di liberarsi dai tabù. La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a ristrutturare pensieri disfunzionali legati al piacere e alla performance.

Strumenti altrettanto utili sono le tecniche di consapevolezza corporea, come il focusing, il respiro consapevole, la mindfulness e le pratiche somatiche, che aiutano a sintonizzarsi con le proprie sensazioni senza giudizio. Il percorso terapeutico può essere individuale o di coppia, a seconda degli obiettivi.

Secondo le linee guida dell’International Society for Sexual Medicine, l’approccio più efficace è integrato: unisce lavoro psicoeducativo, esercizi esperienziali e – quando necessario – valutazioni ginecologiche o endocrinologiche, per considerare tutte le dimensioni coinvolte nella risposta sessuale.

Conclusione

L’orgasmo clitorideo non è un traguardo da raggiungere per compiacere qualcun altro/a, ma un'esperienza da riscoprire per sé, con autenticità e libertà. Conoscere e accettare la propria unicità sessuale è un atto di cura profonda. Superare i tabù, parlare apertamente del piacere e cercare supporto quando serve è il primo passo verso un benessere sessuale più pieno e consapevole.

Se ti senti bloccata, frustrata o confusa rispetto alla tua sessualità, rivolgerti a un professionista può fare la differenza. Un percorso di terapia sessuale può aiutarti a superare paure interiori e a costruire un nuovo rapporto con il tuo piacere.

Alessia Di Bari: Laureata in comunicazione. Master in sessuologia. Dottorato in Sessualità Umanistica. Attivista anti grassofobia, per la diversità corporea e fat acceptance. Speaker TEDx e divulgatrice sessuale.